Esperimenti top secret. Un medico che sa troppo. Un aereo abbattuto per far tacere chi potrebbe avvertire i giornali. Un virus mutante sfuggito al controllo. C’è un «giallo» ricco di colpi di scena dietro l’epidemia di Ebola che ha infettato Sierra Leone, Liberia, Guinea e Nigeria e ora minaccia il mondo. Una lunga serie di strane coincidenze che partono da Kenema, il centro di ricerche dove lavorava Shiekh Humar Khan, il medico-eroe morto il 29 luglio scorso dopo essere stato contagiato dal virus. Khan dirigeva il laboratorio dove si effettuavano test sulla popolazione locale per scovare i nuovi casi. Laboratorio che ha una partnership con l’università Tulane di New Orleans, famosa per dipartimento di Malattie tropicali che effettua ricerche sull’Ebola. L’ospedale di Kenema collabora anche con l’Us Army Medical Research Institute of Infectious Disease, il settore delle forze armate americane che si occupa delle malattie infettive. Test e sperimentazioni, stando ai comunicati ufficiali, per trovare vaccini su febbre gialla e febbre di Lassa per immunizzare i soldati. Sperimentazione di bio-armi, nuovi virus da utilizzare in guerra, secondo la popolazione locale che ha assaltato il centro di Kenema perché tutti coloro che vi si recavano per lo screening di Ebola ne uscivano ammalati. Tanto che il Ministero della Sanità della Sierra Leone il 23 luglio scorso ha chiuso laboratorio e ospedale, ha trasferito i pazienti nel centro di trattamento di Kailahun e ha ordinato all’università Tulane di «fermare i test su Ebola». Quali test? Non viene spiegato. Il dicastero ha ordinato inoltre al Cdc, Center for Disease Control statunitense, di «inviare ufficialmente le conclusioni e raccomandazioni della valutazione del laboratorio di Kenema». Riguardo cosa non è chiarito. Che cosa si stava sperimentando?
Su una ricerca pubblicata a luglio dal Cdc e firmata da Humar Khan, Randall Schoepp, Cynthia Rossi, Augustine Goba e Joseph Fair è riportato che «l’Ebola virus che ha infettato la Sierra Leone potrebbe essere il risultato di un Bundibugyo virus o una variante genetica di Ebola». Il 31 luglio il presidente del piccolo paese africano Ernest Bai Koroma ha dichiarato lo stato di emergenza parlando della ricerca del dottor Khan e chiedendosi se la virulenza di Ebola sia stata ottenuta con una mutazione genetica. Perché il virus che porta la febbre emorragica nell’Africa esiste (e uccide) da secoli mantenendosi entro certi confini. Il primo agosto anche il direttore generale dell’Oms Margaret Chan ha cominciato a chiedersi se ci sia una mutazione di Ebola oppure un adattamento naturale del virus. Parlando di «variante fatta dall’uomo».
Quattordici giorni prima di questa dichiarazione è morto Glenn Thomas, esperto di Ebola e Aids dell’Oms. Era a bordo del volo MH 17 di Malaysia Airlines abbattuto da un missile. Il 17 luglio s’era imbarcato ad Amsterdam per andare ad un convegno a Melbourne, in Australia, dove pare dovesse annunciato notizie importanti. E, visto che era pure il portavoce dell’organizzazione incaricato a parlare con giornali e televisioni, c’è chi vede nell’abbattimento del Boeing 777 la soluzione trovata per fermare eventuali sue rivelazioni riguardo le sperimentazioni ad insaputa degli africani per realizzare vaccini e guadagni milionari con il diffondersi dell’epidemia. Sacrificando comunque altre 297 vite. «Tesi accattivante ma lontana dalla scienza», secondo Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto per la malattie infettive «Lazzaro Spallanzani» di Roma. «Le epidemie si verificano sistematicamente. Possono comparire quando meno ce lo aspettiamo». E per non essere colto di sorpresa il presidente degli Stati Uniti Barack Obama il 31 luglio ha cambiato con un ordine esecutivo l’elenco delle malattie per cui è necessaria la quarantena inserendo tutte quelle che si presentano con febbre e problemi respiratori e sono contagiose tanto da far rischiare la pandemia. Viene esclusa comunque l’influenza. Il virus mutante di Ebola sembra possa passare da uomo a uomo anche attraverso starnuti e non solo entrando in contatto con sangue, urine e fluidi corporei dei malati. Intanto la società californiana Mapp Biopharmaceuticals sta lavorando, insieme alla canadese Defyrur, allo ZMapp, cocktail di antibiotici per curare l’Ebola. Il 14 gennaio scorso Tekmira, che ha un contratto da 140 milioni di dollari con il Dipartimento Usa della Difesa, aveva annunciato la sperimentazione di vaccini sull’uomo.
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