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giovedì 22 ottobre 2015

VACCINI: DITTATURA VACCINI!

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DITTATURA VACCINI!!!













di Marcello Pamio


Fonte:

http://www.disinformazione.it/isis_pertosse_vaccini.htm

I servi o “camerieri dei banchieri”[1] hanno deciso. La manovalanza delle lobbies farmaceutiche hanno preso la decisione per tutti noi. A Roma gli assessori alla Sanità delle Regioni italiane hanno deciso all'unanimità di inserire nel nuovo "Piano nazionale di prevenzione vaccinale", la previsione di non ammettere nelle scuole i bambini che non siano in regola con il libretto delle vaccinazioni. Della serie: “Per andare a scuola bisogna essere vaccinati”.

Gongolano le case farmaceutiche perché il piano vaccinale costerà a noi contribuenti la bellezza di 200 milioni di euro, senza parlare del costo incalcolabile che pagheremo in termini di salute…

Tale misura da Stato totalitario è sollecitata, tra l'altro, da una “firmatissima” petizione lanciata sul sito change.org dalla madre di una bimba di Cesena che ha contratto la pertosse.

Tale “firmatissima” petizione - come l’ha etichettata La Repubblica - riguarda circa 20 mila persone, quindi non proprio una petizione a furor di popolo, anche se grazie al terrorismo di Stato e alla vergognosa campagna mediatica di giornali e televisione, molte persone impaurite finiranno per cedere alle pressioni…

Ovviamente non poteva esimersi la neomamma nonché ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, dal concordare in pieno con l’iniziativa. Un ministro della salute che non è stato eletto da nessuno, che non ha una laurea ma solo la maturità classica, che si fa immortalare mentre va a vaccinare le sue due povere gemelle. Per chi lavora, per il popolo o per le case farmaceutiche? Da chi prende realmente gli ordini?

Quindi oggi, dopo i terroristi dello Stato Islamico, sembra che la pertosse e le vaccinazioni pediatriche siano diventate una priorità nazionale. Un problema sanitario così grave da far impallidire il virus dell’Ebola.

Questo non è dovuto alla ridicola petizione in atto, ma alla morte di un neonato. Quando muore un neonato, a prescindere dalla causa, è sempre una tragedia per tutta la collettività!

Al Sant’Orsola di Bologna una bimba di 28 giorni purtroppo non ce l’ha fatta. “Era troppo piccola per essere vaccinata” ha subito spiegato il primario di neonatologia “ma se cresce la quota di persone non vaccinate cala l’immunità di gregge”.

L'immunità di branco è soltanto un’idea e non un fatto scientifico. Se è vero come dicono che il vaccino funziona, verrebbero protetti coloro che sono stati vaccinati anche se dovessero trovarsi in mezzo ad ammalati. Se così non fosse, a cosa serve il vaccino?

L'immunità di gregge è una fantasia mirata a convincere i medici per poi convincere le persone.

Se di gregge dobbiamo parlare allora intendiamo coloro che pendono dalle labbra degli esperti, che prendono per oro colato, per Verità assolute quello che viene detto a livello ufficiale.

Se i bimbi vaccinati sono coperti dalle malattie infettive grazie ai vaccini, perché dovrebbero preoccuparsi di quelli non vaccinati? Cosa c’entra l’immunità di gregge? Forse i vaccini NON coprono effettivamente dalle malattie? E allora basta dirlo.

Al Sant’Orsola e come in tutti gli altri casi similari, nessuno spiega nel dettaglio quali erano le reali condizioni pregresse della povera bimba. Se aveva complicanze cardiache e/o respiratorie o altre patologie ereditate dai genitori. Non dicono qual era per esempio la condizione psicofisica della mamma; se la bimba era allattata al seno o nutrita con latti chimici e artificiali che intasano di muco i bronchi e gli alveoli polmonari…

Niente di niente. “La bambina è morta di pertosse e la colpa è dei non vaccinati!”

I delinquenti sono quei genitori che decidono in scienza e coscienza di non vaccinare i propri figli, mettendo così a repentaglio la salute di tutti, vaccinati e non.


La logica conseguenza è arrestarli tutti, sospendere loro la patria potestà e inoculare - con tanto di arma dei carabinieri - dei veleni nel corpo dei figli. Semplice, vero?

Questo risolverà tutto. Saranno così debellati tutti i problemi della società: la pertosse, il morbillo, la difterite, la poliomielite, il vaiolo, il tetano, la meningite, l’epatite A e B, l’influenza e per finire anche la libertà individuale di scelta.


E’ questa la cosa più pericolosa per il Sistema e non un batterio o un virus: è la libertà individuale di poter scegliere con la propria coscienza quello che va bene o meno per se stessi e per la propria famiglia.


L’Articolo 32 della Costituzione della Repubblica italiana sancisce che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”


Ma sappiamo che la società odierna non rispetta gli esseri umani perché li vuole utenti-consumatori-non-pensanti, possibilmente non sanissimi ma con qualche magagna e acciacco.


Noi da bravi automi privi di cervello, sudditi doc dell’Impero, senza porci domande, senza pensare fino in fondo, senza chiederci se va bene oppure no, se ci sono effetti collaterali, ci mettiamo in fila alle ASL con in braccio il bimbo. Tutti felici e soddisfatti di essere accettati dal Sistema e di non andare contro di esso.


Poco importa se poi il bimbo non sarà realmente immunizzato dalle malattie o peggio ancora, potrà subire un danno. Non è mica colpa nostra! Noi siamo onesti cittadini e bravi genitori e ascoltiamo quello che ci dice e ordina il papà (la legge).


Evviva la coerenza e soprattutto evviva la libertà!


Tornando alla pertosse, i grandi esperti in camice bianco ci stanno dicendo che se cala l’immunità generale per colpa dei genitori obiettori, aumenteranno i contagi.



Un recente studio pubblicato sulla rivista ufficiale Pediatrics conclude dicendo che “la protezione data dal vaccino DTP diminuisce nel giro di 2-4 anni. E’ possibile che la mancanza di una protezione a lungo termine dopo la vaccinazione contribuisca ad aumentare i casi di pertosse tra gli adolescenti.”[2]


Il giornale Clinical Infectious Disease riporta che “la pertosse è attualmente la malattia prevenibile da vaccino meno sotto controllo nonostante una eccellente copertura vaccinale e nonostante le 6 dosi di vaccino raccomandate tra i 2 mesi di età e l’adolescenza”.


La bassa copertura vaccinale quindi NON è il problema. Ma allora qual è il problema?


Il problema è che il vaccino NON previene la trasmissione della malattia!L’ente governativo FDA in un comunicato stampa ha dichiarato che “sebbene gli individui immunizzati con un vaccino antipertossico acellulare possano essere protetti dalla malattia, essi possono comunque infettarsi con il batterio senza necessariamente ammalarsi e sono in grado di diffondere l’infezione ad altri individui, inclusi i neonati” [3]


Avete capito? Gli individui vaccinati possono continuare ad infettare e diffondere l’infezione senza magari ammalarsi.


Lo studio conclude che “quando sei stato da poco vaccinato, sei un portatore asintomatico, cosa che va bene per te ma non per il resto della popolazione.” [4]


Ecco la triste realtà: i veri untori nella nostra società, cioè coloro che stanno trasmettendo l’infezione della pertosse sono proprio i bambini vaccinati contro la pertosse!


Esattamente l’opposto di quello che stanno dicendo i falsi profeti in camice bianco, vuoi per ignoranza, vuoi per malafede, vuoi per interessi economici e/o cattedratici, ecc.


Quindi la logica conclusione dello studio sopra citato è che i genitori che vaccinano un bambino che ha un fratellino magari neonato stanno mettendo a serio rischio proprio il neonato.


Effetti collaterali del vaccinoLa vaccinazione antipertosse viene somministrata insieme a quella antidifterica e antitetanica nel tristemente noto vaccino trivalente DTP (Difterite, Tetano, Pertosse).

Attualmente il DTP è uno dei vaccini più discussi.


Gli effetti collaterali più comuni del vaccino contro la pertosse riconosciuti dall’Associazione Medicina Americana (AMA) sono: febbre, scoppi di pianto, stato di shock e reazioni cutanee locali come gonfiori, arrossamento e dolore. Gli effetti collaterali meno frequenti, ma assai più gravi, comprendono convulsioni e danni cerebrali permanenti che si traducono in ritardi mentali.


Meno frequenti, ma venendo iniettato a milioni di bambini il numero dei danneggiati sale vertiginosamente. E quando colpisce TUO figlio poco importa se è un effetto raro o rarissimo: la tua vita cambia terribilmente.


Il vaccino è stato anche messo in relazione con la SIDS, la Sindrome da morte improvvisa nel’infanzia.[5]


Il grafico rappresenta la mortalità della pertosse e del morbillo dal 1850 al 1970. Non serve una laurea in medicina o in statistica per evincere dalle linee che il tasso di mortalità della pertosse ha iniziato a decrescere spontaneamente dal 1870 circa andando quasi a zero SENZA l’intervento di nessun farmaco o vaccino, ma solo con le migliorate norme igienico-sanitarie.


Un ultimo picco di mortalità si è avuta in concomitanza della Seconda Guerra mondiale, per poi tendere di nuovo a zero. Il vaccino, anche se era disponibile dagli anni ’40, è stato introdotto molto tempo dopo e quando la mortalità era quasi azzerata dal miglioramento generale dello stile di vita: alimentazione, pulizia e igiene.


Quindi NON E' STATO IL VACCINO A RIDURRE LA MORTALITA' DELLA PERTOSSE, come i grandi esperti ci vogliono far credere, ma il miglioramento delle condizioni socio-sanitarie della popolazione.


Cure naturali per la pertosseSecondo il più grande pediatra della storia americana Robert S. Mendelsohn per la pertosse non esiste alcun trattamento specifico medico o casalingo, non esiste una cura riconosciuta. La medicina, come in tantissimi altri ambiti ad essa sconosciuti, prescrive il sempreverde antibiotico, il quale ovviamente non servirà a nulla perché il bambino si farà lo stesso tutto il decorso della malattia esattamente come un bambino a cui non viene dato nulla.


Non a caso vi sono moltissime testimonianze di genitori di neonati NON vaccinati che hanno superato indenni la pertosse senza nessun farmaco.

Normalmente il picco massimo della pertosse ha un durata di circa 30/40 giorni e poi va scemando da sola come tutte le malattie infettive.

Secondo il dottor Mendelsohn l’unica cosa è aiutare il bambino a riposare, consolarlo e dargli tutto l’appoggio amorevole possibile.[6] Il bambino deve sentirsi amato e soprattutto protetto.

Un consiglio per la pertosse secondo la medicina tradizionale è salire in quota almeno fino a 1400 metri di altezza per scendere molto rapidamente senza quasi fermarsi (ovviamente dipende dall’età del piccolo). I piloti militari di Treviso per esempio portavano in quota rapidamente i bimbi per poi andare giù in picchiata e la pertosse passava.


Non si sta dicendo che un genitore deve farsi il brevetto da pilota per poi affittare un piper privato nella speranza di guarire il figlio, quello che conta è il messaggio che sta a monte. La montagna sembra aiutare.


Per qualche mente limitata o prevenuta (e in questo ambito sono assai numerose) potrà sembrare fantascienza, ma non lo è: sono conoscenze tradizionali che avevano i nostri vecchi e che oggi invece stiamo perdendo a causa di una scienza meccanicista e riduzionista.


Oggi infatti la medicina è così freddamente ottusa che non va oltre i libri e i protocolli redatti dalle case farmaceutiche. Il protocollo è santificato e non si mette in discussione, poco importa se è stato codificato da qualche luminare nella busta paga delle lobbies… Questo è un altro problema.

Antonella N. è un’erborista e ha vissuto sulla propria pelle la pertosse.

“Ho avuto la pertosse a 4 anni e mia mamma era anche incinta. Mi hanno fatta salire in funivia con il mio babbo e miracolosamente una volta scesa la pertosse mi era passata. Già allora qualche vecchietta aveva suggerito questo ai miei genitori”.

Il virus della PauraIl bravo suddito non deve farsi e non deve fare domande,ma solo eseguire gli ordini e i dettami che arrivano dall’alto. Il bravo suddito non deve essere libero di scegliere e decidere perché la sua funzione è quella dello schiavo che consuma e vota a comando.

Oggi il controllo mentale avviene attraverso il virus della PAURA.

Un virus che ci iniettano quotidianamente - come una specie di richiamo omeopatizzato - tramite i mezzi di comunicazione di massa: giornali, radio e tv.

Paura dei batteri, paura dei virus, paura che nostro figlio venga contagiato, paura dell’invasione di barbari, paura delle malattie, paura dell’ISIS, paura….paura…. e ancora paura.


La paura blocca e paralizza le coscienze. Non a caso.


Esiste solo un unico e sano rimedio al virus della paura: si chiama conoscenza.


La paura dal punto di vista esoterico è mancanza di conoscenza. L’uomo ha paura e teme quello che non conosce.


Partendo da questo presupposto se iniziamo a conoscere meglio, se riprendiamo possesso del nostro cervello iniziando a pensare di più e fino in fondo, se ci poniamo delle domande cercando poi le risposte, allora la paura svanirà come la nebbia sotto il sole!


Infine per meglio immunizzarsi dal terrorismo e dall’ignoranza galoppanti è obbligatorio stare lontani dal gregge dagli untori legalizzati, cioè dai veri infettanti pubblici: televisione e giornali!


[1] Citazione del poeta Ezra Pound

[2] http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2015/04/28/peds.2014-3358.abstract

[3] http://www.fda.gov/NewsEvents/Newsroom/PressAnnouncements/ucm376937.htm

[4] http://www.nytimes.com/2013/11/26/health/study-finds-vaccinated-baboons-can-still-carry-whooping-cough.html

[5] “Bambini sani senza medicinali”, Robert S. Mendelsohn, ed. Red

[6] Idem
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mercoledì 21 ottobre 2015

Vaccinazioni Pediatriche: Lettera aperta al Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità

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CATEGORIE: Vaccinazioni

Ill.mo Prof. Ricciardi,

le Sue recenti prese di posizione pubbliche in merito alle vaccinazioni pediatriche ci inducono a scriverLe per chiarirLe alcuni aspetti che meritano un approfondimento e una riflessione serena.

Oggigiorno, un qualsiasi medico dotato di buon senso e di un minimo di conoscenza scientifica non può essere contro le vaccinazioni pediatriche
 e infatti conosciamo tutti l'utilità di questa pratica sanitaria.

Molti anni di studio quotidiano della letteratura scientifica, con la quale abbiamo sempre documentato le nostre affermazioni e pubblicazioni sia scientifiche sia divulgative, ci hanno permesso di conoscere a fondo l'utilità ma anche i limiti delle vaccinazioni, che all'inizio noi sostenevamo e che molto frequentemente anche praticavamo. Però, questi 35-40 anni di pratica medica specialistica accanto al bambino malato, non frettolosa ma fatta di osservazione e di ascolto, di considerazione di quello che lui ci comunica e subliminale e di quello che i genitori raccontano, ci ha aperto gli occhi sulla realtà delle reazioni avverse causate dalle vaccinazioni pediatriche.

Ci siamo infatti accorti che, dopo un'osservazione minuziosa e prolungata nel tempo di bambini vaccinati e non vaccinati, questi ultimi appaiono indubbiamente e globalmente più sani, meno soggetti alle patologie infettive, specie delle prime vie aeree, meno soggetti ai disturbi intestinali e alle patologie croniche, meno soggetti a patologie neurologiche e comportamentali e scarsi consumatori di farmaci e di interventi sanitari. Può capire, quindi, che la nostra osservazione non è rivolta solo alle patologie specificatamente interessate dalle vaccinazioni, ma alla salute globale del bambino, perché crediamo che questa sia la finalità e il dovere di ogni Medico. Certo, è un dato che nasce dall'esperienza clinica quotidiana ma siamo disponibili a partecipare a un'indagine organizzata dal Suo Istituto che confronti nel modo più rigoroso lo stato di salute dei bambini completamente vaccinati con quella dei bambini mai vaccinati.

Pertanto, per quanto riguarda le reazioni avverse causate dalle vaccinazioni pediatriche, noi non intendiamo solo quelle reazioni gravi, mortali o gravemente invalidanti, che ogni tanto si possono avere e che nessun medico dotato di buon senso osa negare.Ci riferiamo invece a quella parte molto più numerosa di effetti indesiderati che sembrano essere collaterali alla pratica vaccinale e che sono frutto di una alterazione immunitaria tutt'altro che irrilevante per un neonato o comunque per un organismo immunologicamente immaturo.

Sono queste conseguenze della pratica vaccinale che ci preoccupano, perché notiamo che dopo le vaccinazioni molti bambini, ad esempio, reagiscono con l'innalzamento della temperatura (che è una classica reazione immunitaria ad una noxa esterna),subiscono un'alterazione di quelle che prima erano le loro normali funzioni digestive e/o della regolarità del loro ritmo sonno-veglia (espressione di una risposta multisistemica), diventano più irritabili, piangono in modo inconsolabile e regrediscono in alcune abilità prima acquisite (a testimonianza che c'è stato una irritazione a livello del sistema nervoso centrale).

Queste evidenze
, che qualsiasi medico attento e osservatore può notare ovviamente non in tutti ma in alcuni bambini da poco vaccinati, ci hanno interrogati sulla innocuità non tanto del singolo vaccino, ma specialmente sul modo in cui noi oggi pratichiamo le vaccinazioni pediatriche.

Sappiamo tutti che i germi vengono fermati dalle barriere fisiologiche di un organismo con sistema immunitario normofunzionante, sappiamo che c'è un'interazione essenziale tra i Pathogen-Associated Molecular Pattern (PAMP) dei germi e i Toll-Like Receptors (TLR) e che la stimolazione di questi recettori attiva una via di segnalazione che comporta l'induzione di geni anti-microbici, di citochine pro-infiammatorie (IL-1β, TNF-α, IL-6) e di prostaglandine che inducono un'attivazione del sistema immunitario, mentre l'inoculazione parenterale degli antigeni vaccinali induce una soppressione immunitaria (anche se quasi sempre temporanea).

Pertanto, se lasciamo da parte affermazioni non supportate scientificamente, come quelle di coloro che dicono che un neonato viene a contatto attraverso le mucose con molti più antigeni batterici e virali di quelli contenuti nelle fiale vaccinali, dimenticando che i vaccini a cui ci riferiamo in questo contesto by-passano completamente le barriere fisiologiche dell'organismo pediatrico ed entrano direttamente in circolo, e se lasciamo da parte affermazioni semplicistiche che i vaccini sono assolutamente sicuri, dimenticando le numerosissime revoche di commercializzazione di molte loro specialità, i numerosi casi mortali riportati in letteratura poche ore dopo la loro somministrazione, non possiamo non osservare che la pratica vaccinale attuale offre il fianco a molte perplessità e per questo è sede di accese dispute in ambito scientifico, sia per le sue conseguenze sul sistema immunitario sia perché è basata su un trattamento di massa che prevede la somministrazione a tutti i bambini degli stessi vaccini ad una medesima e precocissima età, senza tener conto dell'anamnesi familiare e personale e dello stato differente di salute dei piccoli e dell'ambiente in cui vivono.

Noi crediamo che la Medicina del Futuro
, alla quale ogni Operatore Sanitario è chiamato a dare il piccolo ma sempre prezioso apporto, sarà una Medicina dove si imporrà la Prevenzione Primaria e questa non può certamente essere basata sull'uso dei farmacima prima di tutto su una corretta igiene di vita (alimentare, cinetica, psicologica, socio-culturale, ecc.) e su azioni di salvaguardia e di bonifica dell'ambiente, argomento quest'ultimo che è diventato un'emergenza primaria che secondo noi avrebbe bisogno, da parte Sua e dell'Istituto che Lei presiede, di interventi immediati che riteniamo addirittura molto più prioritari di quelli riguardanti le vaccinazioni.

Considerazioni preliminari
1 - Obiettivo della Medicina Preventiva è quello di proteggere i bambini dalle malattie ricorrendo a trattamenti di provata innocuità (Primum non nocere), pertanto senza sottoporli ad alcun rischio farmacologico.
2 - La Farmacologia Moderna, ad esclusione di condizioni estreme di emergenza pubblica, non contempla farmaci che possono essere somministrati in modo generalizzato, incondizionato e indiscriminato a tutta la popolazione, cioè senza un adeguato studio della persona volto a personalizzare il trattamento e valutare correttamente il rapporto rischio/beneficio per ogni singolo ricevente.
3 - I vaccini sono farmaci veri e propri e come tali hanno indicazioni, non indicazioni e controindicazioni, perciò possono sicuramente causare anche reazioni avverse.
4 - Se usati adeguatamente e attentamente personalizzati, i vaccini possono essere molto utili per ridurre nel ricevente la probabilità di ammalarsi di alcune specifiche patologie infettive.
5 - La Legge italiana attuale impone 4 vaccinazioni pediatriche obbligatorie (antidifterica, antitetanica, antipoliomielitica e antiepatitica B), ma la prassi quotidiana ne somministra 7 senza spiegazione e possibilità di appello.
6 - Nelle attuali condizioni socio-sanitarie del nostro Paese, non sembra essere assolutamente né necessario né urgente ricorrere alle vaccinazioni di massa con 7 vaccini contemporanei nei primissimi mesi di vita, quando il sistema immunitario è totalmente immaturo e quindi facilmente squilibrabile. Infatti, la quasi totalità dei Paesi dell'Europa Occidentale non impone alcuna vaccinazione, ma si limita a formulare delle raccomandazioni: dei 29 Paesi dell'Unione Europea (i 27 dell'UE più Norvegia e Islanda), 17 non hanno alcuna vaccinazione obbligatoria (quasi tutti i Paesi dell'Europa Occidentale più Estonia e Lituania); tra i Paesi dell'Europa Occidentale, hanno vaccinazioni obbligatorie solo Italia e Grecia (con 4 vaccini) e Francia (con 3 vaccini).
7 - Oggi i bambini sono immunologicamente più deboli dei coetanei di qualche decennio fa per molteplici motivi: maggior numero di fattori di malattia o di non-salute nei genitori; alimentazione nutrizionalmente più povera e squilibrata; ambiente più inquinato; più facile ricorso a trattamenti farmacologici sia nella madre durante gravidanza, parto e/o allattamento, sia nel neonato; maggior incidenza di parti cesarei, ecc.
8 - La letteratura scientifica attuale conferma l'evidenza clinica che quanto maggiore è il numero dei vaccini somministrati contemporaneamente e quanto più è piccolo e/o nato prematuramente il bambino, tanto maggiori sono i rischi di reazioni avverse.
9 - Le attuali conoscenze di immunologia non considerano razionale la somministrazione parenterale contemporanea di 7 antigeni vaccinali ad un neonato di pochi mesi di vita, anche perché in Natura, indipendentemente dal grado di contagio, non si manifestano mai simultaneamente 7 patologie infettive e ciò significa che l'organismo non è fisiologicamente idoneo a gestire una tale evenienza.
10 - Se esistono vaccini pediatrici multipli, non capiamo perché non debbano essere commercializzati anche i medesimi vaccini singoli; infatti, ad esempio, non è chiaro perché una donna, che prima di una eventuale futura gravidanza desideri vaccinarsi contro la rosolia, debba essere obbligata ad inocularsi anche i vaccini contro il morbillo e la parotite (vaccino MPR).
11 - Nella letteratura scientifica, soprattutto negli USA, esiste attualmente una accesa discussione sia sul rapporto rischio/beneficio del vaccino trivalente MPR (contro Morbillo-Parotite-Rosolia) a virus vivi attenuati, sia sull'utilità e sull'efficacia del vaccino anti-HPV (contro il Papillomavirus Umano).
12 - Quest'ultimo è stato commercializzato molto prima che fossero disponibili dati certi sulla sua capacità di ridurre il rischio di tumore della cervice uterina e a tutt'oggi sono disponibili solo estrapolazioni statistiche sulla reale capacità di prevenzione tumorale da parte del vaccino anti-HPV (in ogni caso, sappiamo che può potenzialmente proteggere solo verso 2 dei 13 genotipi virali ad alto rischio oncologico); inoltre, mancano totalmente dei dati longitudinali di farmacovigilanza attiva sul suo reale rapporto rischio/beneficio dopo somministrazione in bambine di 11-12 anni d'età (per tale motivo in alcuni Paesi il vaccino è stato ritirato per precauzione e in Francia, Spagna e Italia centinaia di medici hanno firmato una petizione per sospenderne l'inoculazione).
13 - Recentemente, il vaccino antinfluenzale viene consigliato anche nei bambini sotto l'anno di età, ma è noto che le prove scientifiche che avvalorano la sua efficacia e il suo rapporto rischio/beneficio sono estremamente scarse, deboli e discutibili, sia per la vaccinazione pediatrica che per quella dell'adulto.
14 - I bambini nati prematuri o che hanno riportato una patologia acuta nei primi mesi di vita o che sono ancora affetti da qualche patologia infettiva acuta o che l'hanno superata da poche settimane o che hanno ricevuto farmaci interferenti con il sistema immunitario (antibiotici, cortisonici e/o altri immunosoppressori) nei primi mesi di vita o che hanno subito interventi chirurgici in anestesia generale o che hanno alterazioni immunitarie o che sono figli di genitori con patologie immunitarie o metaboliche o che vivono intensi (per loro) stress psichici o che si trovano in qualsiasi altra condizione squilibrante il loro già debole e precario equilibrio immunitario, sono sicuramente a maggior rischio di danni vaccinali.
15 - Le reazioni avverse dei vaccini non dipendono solo dalla componente antigenica di questi ultimi, ma anche dai loro componenti tossicologici (adiuvanti e conservanti) e sappiamo bene che l'innocuità a lungo termine della somministrazione parenterale in neonati di questi composti, singoli e/o variamente associati tra loro, non è sufficientemente dimostrata, mentre esistono prove scientifiche della tossicità e pericolosità isolata di alcuni di essi, sia in vitro, sia negli animali da laboratorio, sia nell'uomo. Inoltre, è noto che più è piccolo il bambino, maggiore deve essere la quota di antigene necessaria a innescare la risposta immunitaria.
16 - Purtroppo, nel nostro Paese la pratica della segnalazione delle sospette reazioni avverse a farmaci e vaccini è poco attuata e in alcuni casi è addirittura misconosciuta o addirittura ostacolata, per cui queste segnalazioni sono fortemente sottostimate sia quantitativamente che qualitativamente.
17 - Da molti anni giungono nel nostro Paese, rispetto altri Paesi europei, numerosi immigrati extracomunitari e questo dato suscita allarmi ingiustificati: il fenomeno migratorio, ormai consolidato da decenni in Europa, non ha mai causato la diffusione di poliomielite o difterite neanche nei Paesi europei che hanno basse coperture vaccinali, per esempio come l'Austria (circa 85% di copertura vaccinale: dati OMS e Unicef). È noto invece che gli immigrati, a causa delle precarie condizioni di vita in cui si vengono a trovare, possono essere portatori di ben altre patologie, come tubercolosi, scabbia, salmonellosi, ecc.
18 - In queste ultime settimane si sta parlando molto di “crollo delle coperture vaccinali” in Italia, ma verificando il dato suEpicentro, abbiamo notato che la flessione media nella copertura è stata molto debole (Allegato 1).
19 - Inoltre, non dimentichiamo che il dato del 95% di copertura vaccinale è l'obiettivo prefissato dal Piano Nazionale Vaccini, non però dalla letteratura scientifica. Per fare un esempio, nel libro Vaccines di Stanley A. Plotkin, Walter A. Orenstein e Paul A. Offit, con la prefazione di Bill Gates (autori notoriamente favorevoli alla pratica vaccinale), sono riportate le soglie ritenute necessarie per ogni malattia infettiva per ottenere la cosiddetta immunità di gregge (herd immunity) nei Paesi occidentali. La tabella riportata (Allegato 2) evidenzia chiaramente che la soglia minima del 95% è totalmente ingiustificata e non deve spaventare.
20 - I dati epidemiologici attuali riguardanti la poliomielite dimostrano che non c'è alcuna evidenza scientifica che il calo delle coperture vaccinali sotto il 95% ponga la popolazione a rischio di epidemie infettive (cfr. ad esempio l'esperienza di Austria, Bosnia e Ucraina). Molti Paesi appartenenti a Regioni geografiche OMS delle Americhe e del Pacifico sono “Polio Free” nonostante abbiano coperture vaccinali ritenute nettamente al di sotto del 95%. Questo tetto percentuale, inoltre, è frutto di una stima statistica e ha un valore puramente orientativo.
21 - Oggi viviamo in un ambiente gravemente inquinato dal punto di vista tossicologico e la letteratura scientifica di questi ultimi anni correla l'inquinamento con molte patologie sia neuropsichiatriche, sia metaboliche, sia degenerative del bambino, patologie che hanno sempre alla base un interessamento immunitario sul quale l'alterazione indotta da precoci e multiple vaccinazioni può aggiungersi come fattore sinergico paragonabile a quella “goccia che può far traboccare il vaso”.

La nostra proposta, pertanto, è così articolata
1 - Obiettivo di ogni trattamento medico deve essere sempre la sua personalizzazione, perché deve essere adattato alle caratteristiche personali, nutrizionali, familiari, ambientali e sociali di ogni singola persona. La ricerca medica va in questa direzione: si punta sulla personalizzazione della terapia, si cercano i farmaci più efficaci ad esempio anche in base al genoma dell'individuo.
2 - I genitori sono i primi responsabili della salute dei loro figli. Nell'ambito dei temi sociali oramai correnti e universalmente accettati della democratizzazione della Medicina, della libertà di scelta terapeutica, della collaborazione del paziente con il medico all'atto terapeutico e dell'obbligatorietà della consapevolezza, cioè del “consenso informato” da parte del paziente, i genitori dovrebbero essere esaustivamente informati sulla reale necessità e sul rischio/beneficio di ciascun vaccino pediatrico. Di tale azione e responsabilità dovrebbero essere investiti anche i Pediatri di Libera Scelta e le Istituzioni Sanitarie locali.
3 - Nel rispetto della Costituzione Italiana, per garantire la vera tutela della salute è necessario che chi opera nel campo sanitario pubblico non si trovi in alcuna condizione di conflitto di interessi.
4 - Per l'adeguamento dell'Italia alle norme vaccinali attualmente in uso in tutti gli Stati Europei socialmente e culturalmente simili al nostro (come Regno Unito, Germania, Austria, Spagna, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Svezia, Portogallo), riteniamo doveroso che venga superato l'obbligo vaccinale. Le mutate condizioni socio-sanitarie e le maggiori consapevolezza, responsabilità e maturità delle attuali e future nuove generazioni di genitori permettono sicuramente di impostare una Medicina Preventiva più moderna e farmacologicamente più razionale, cioè personalizzata in base alle caratteristiche biopatografiche e ambientali dei vaccinandi. Un tale approccio, inoltre, ridurrebbe sicuramente il rischio degli effetti indesiderati dei vaccini.
5 - Prima della vaccinazione, il Pediatra di Libera Scelta dovrebbe raccogliere una dettagliata anamnesi dei genitori, dei parenti prossimi e del bambino stesso, considerando tutti i fattori che influenzano la salute di quest'ultimo nella sua globalità, perché su di lui si ripercuotono anche le condizioni socio-ambientali del territorio in cui vive e quelle lavorative, economiche, nutrizionali, tossicologiche e psico-comportamentali dei componenti della sua famiglia.
6 - Prima della vaccinazione, il Pediatra di Libera Scelta dovrebbe escludere prudenzialmente eventuali controindicazioni alle vaccinazioni e a tale scopo, nel caso lo ritenesse opportuno, dovrebbe eventualmente sottoporre il bambino ad accertamenti laboratoristico-strumentali volti a valutare le sue condizioni immunitarie e nutrizionali, ricercando in particolare la presenza dei marker di flogosi.
7 - Nel momento della vaccinazione, il bambino deve essere sempre in perfetta salute, sia fisica che psichica.
8 - Il Medico Vaccinatore dovrebbe eseguire la vaccinazione solo dopo aver escluso eventuali malattie acute recenti o in atto, dopo aver escluso la presenza di eventuali controindicazioni e dopo aver visitato attentamente il vaccinando: è ovvio che un bambino ha diritto alla massima attenzione.
9 - Nel rispetto della Legge attuale, deve essere garantita la possibilità di eseguire solo le 4 vaccinazioni obbligatorie.
10 - Per ridurre il rischio di reazioni avverse dei vaccini, le vaccinazioni obbligatorie dovrebbero essere iniziate almeno nel secondo semestre di vita, ma dato che ci possono essere delle condizioni specifiche che consiglino un uso anticipato o posticipato di qualche vaccinazione, è necessario che tutti i vaccini (non solo i 4 obbligatori per il nostro Paese, ma anche gli altri, specificatamente quello per la rosolia) vengano commercializzati anche singolarmente per permettere la massima personalizzazione terapeutica.
11 - Allo scopo di essere stimolati a crescere sempre più in consapevolezza e responsabilità verso la pratica vaccinale attuata nei loro figli, i genitori dovrebbero ricevere dal Medico Vaccinatore le schede tecniche dei vaccini in modo da conoscere le proprietà, le controindicazioni, le componenti tossicologiche e le reazioni avverse di ogni farmaco che loro figlio riceverà e poter eventualmente segnalare prontamente eventuali reazioni avverse. Medici e personale addetto alla somministrazione dei vaccini dovrebbero essere opportunamente formati per rendere facilmente fruibili da parte di tutti i genitori tali informazioni.
12 - Nello stesso momento, i genitori hanno il dovere e il diritto di essere informati sull'esistenza della Legge 210 del 1992 inerente le modalità per ottenere l'indennizzo per i danni vaccinali; una legge che deve essere reperibile, esposta e ben consultabile presso la sede dei Servizi di Igiene e di Immunoprofilassi.
13 - Alla luce del fatto che i vaccini, come tutti i farmaci, possono causare dei danni nel vaccinato, sia a rapida che a lenta e tardiva comparsa, per il bene del proprio figlio e per un dovere morale nei confronti degli altri bambini che in futuro verranno vaccinati, i genitori devono essere anche adeguatamente istruiti a segnalare una qualsiasi alterazione o anomalia o cambiamento fisico e/o psichico nel bambino da poco vaccinato avvisando tempestivamente il proprio Pediatra di Libera Scelta e chiedendo, oltre all'ovvia visita medica del piccolo paziente, anche un adeguato trattamento curativo dei disturbi in atto e un trattamento preventivo verso eventuali ulteriori aggravamenti che potrebbero comparire a breve e/o lungo termine.
14 - Nel caso abbia il semplice sospetto di una reazione avversa vaccinale, il Pediatra di Libera Scelta ha sempre il dovere dicompilare la scheda di Segnalazione di Sospetta Reazione Avversa (D.M. 23.12.2003). A nostro avviso, va ripristinato l'obbligo di segnalazione della sospetta reazione avversa, accanto ad un meccanismo di incentivazione di questa pratica.

A nostro avviso, un tale approccio vaccinale garantirebbe una migliore difesa della salute pediatrica nei confronti delle malattie infettive ponendo più attenzione ai nostri figli, riducendo il rischio dei danni da vaccino e personalizzando ogni intervento preventivo adattando le più recenti conoscenze scientifiche alle reali necessità pediatriche individuali in considerazioni anche delle attuali modificate condizioni socio-ambientali del nostro Paese.

Questa lettera è stata firmata solo da alcuni di noi per motivi di semplicità, ma sono moltissimi i Medici e le Associazioni che condividono questi concetti che Le abbiamo esposto.
Inoltre, siamo altrettanto certi che sarebbero pronti a firmare decine di migliaia di genitori italiani che si basano su questi principie che prima di noi si sono accorti che le vaccinazioni pediatriche praticate nel modo finora utilizzato hanno causato dei danni lievi o gravi ai loro figli.

Se il tema delle vaccinazioni è fortemente dibattuto a livello internazionale in questi ultimi anni, è perché l'argomento è ancora scientificamente aperto e allora se vogliamo servire la Verità abbiamo solo una possibilità: unirci tutti attorno ad un tavolo scientifico e discutere l'argomento con cuore aperto e libero da conflitti di interesse. Questo è il Bene della Medicina, il resto è coercizione cieca e scontro frontale che prima o poi si rivelerà contro tutti noi.
Inoltre, noi non chiediamo di andare contro le linee guida internazionali sulle vaccinazioni pediatriche, ma desideriamo aiutare l'Italia ad avanzare nel cammino della Comunità Europea verso la liberalizzazione delle vaccinazioni lasciando ai genitori, dopo averli concretamente e correttamente informati sui pro e contro dei farmaci vaccinali, la decisione finale di accettare o meno questo trattamento.
In fin dei conti, i genitori di oggi esigono giustamente di svolgere i loro diritti di primi seppur non unici responsabili della vita e della salute dei loro figli, ma è palese che in questo cammino hanno bisogno di essere guidati e consigliati dagli Specialisti del settore, in particolare da coloro che sono investiti di cariche istituzionali.
Auspicando che Lei e il Suo autorevole Istituto abbiate compreso la motivazione profonda che ci ha spinti a scrivere questo documento, cogliamo l'occasione per porgere cordiali saluti


Roberto Gava, farmacologo, tossicologo e cardiologo, vice-Presidente AsSIS (Padova)
Eugenio Serravalle, pediatra, puericultore e patologo neonatale, Presidente AsSIS (Pisa)
Maurizio Proietti, ricercatore dell'ISDE e Presidente Commissione Scientifica AsSIS (L’Aquila)
Carlo Alessandria, gastroenterologo (Torino)
Giovanni Alvino, ginecologo, urologo (Salerno)
Rosario Amelio, dirigente medico (Catanzaro)
Maria Cristina Andreotti, medico di medicina generale (Modena)
Rita Baraldi, radiologa (Ferrara)
Maurizio Bardi, medico di medicina generale (Milano)
Innocenza Berni, medico di medicina chimico-clinica (Viterbo)
Laura Borghi, medico di biochimica e chimica clinica (Milano)
Luigi Brunino, medicina fisica e riabilitazione (Padova)
Paolo Campanella, medico di medicina generale (Varese)
Maurizio Cannarozzo, medicina del lavoro e psicoterapeuta (Trieste)
Anna Cesa-Bianchi, pediatra e medico in scienza dell’alimentazione (Sondrio)
Goffredo Chiavelli, pediatra (Treviso)
Giancarlo Cimino, pediatra (Cagliari)
Salvatore Coco, medico di medicina generale (Catania)
Marco Colla, chirurgo d'urgenza (Biella)
Donatella Confalonieri, infettivologa (Mantova)
Ruggero Alberto Consarino, ginecologo (Modena)
Maurizio Conte, pediatra (Roma)
Mariella Cordella, medico di medicina generale (Bologna)
Marisa Cottini, ginecologa (Torino)
Eugenio De Blasi, medico di medicina generale (Milano)
Tommaso De Chirico, pneumologo (Milano)
Beatrice Dedor, medico delle cure palliative oncologiche (Milano)
Monica Delucchi, medico di medicina interna (Genova)
Emilio De Tata, medico sportivo (Reggio Emilia)
Sebastiano Di Salvo, medico di medicina interna (Catanzaro)
Gustavo Dominici, medico di medicina generale (Roma)
Sabine Eck, medico di medicina generale (Modena)
Giuseppe Fagone, medico di medicina generale (Milano)
Guglielmo Ferraro, odontoiatra (Salerno)
Fedora Fornaini, anestesista (Livorno)
Giovanna Gallerani, pediatra e neuropsichiatra infantile (Bologna)
Egidio Galli, medico dello sport (Messina)
Lucia Gasparini, endocrinologa (Roma)
Giovanna Giorgetti, medico di medicina generale (Terni)
Barbara Grandi, ginecologa (Siena)
Maria Rita Gualea, medico dello sport (Pavia)
Emilio Iodice, medico di igiene e medicina preventiva, pneumologo e neurologo (Novara)
Giuseppe Leardini, medico di medicina generale (Rimini)
Alfredo Lubrano, medico di medicina generale (Napoli)
Francesco Marino, ematologo (Roma)
Chiara Matteoli, medico di medicina generale (Pisa)
Dario Mazza, odontoiatra (Roma)
Alberto Mazzocchi, chirurgo maxillo-facciale (Bergamo)
Carlo Melodia, medico e biologo (Napoli)
Simona Mezzera, medico di medicina generale (Firenze)
Dario Miedico, medico legale (Genova)
Livia Mondina, ginecologica (Milano)
Annalisa Motelli, medico del lavoro (Milano)
Gennaro Muscari Tomaioli, medico di medicina generale (Venezia)
Paola Nannei, pediatra e radiologa (Milano)
Roberto Olivi Mocenigo, odontoiatra infantile (Modena)
Veronica Petraglia, medico di medicina generale (Bologna)
Mauro Piccini, medico di medicina generale (Novara)
Rosella Pierdomenico, pediatra (Ascoli Piceno)
Massimo Pietrangeli, pediatra (Pescara)
Emma Pistelli, odontostomatologa (Pistoia)
Raffaella Pomposelli, medico di medicina generale (Milano)
Massimo Presacco, medico di medicina generale (Padova)
Luciano Proietti, pediatra e chirurgo pediatra (Torino)
Pietro Rabolli, pneumologo (Savona)
Paolo Roberti di Sarsina, psichiatra (Bologna)
Andrea Roncato, fisiatra (Padova)
Antonia Mariapia Ronchi, medico di medicina generale (Milano)
Cristiana Salvadori, medico di medicina generale (Pisa)
Guido Sartori, medico ayurveda (Bologna)
Nicoletta Scoz, endocrinologa e medico delle malattie del ricambio (Bologna)
Chiara Simoncini, medico di medicina generale (Pisa)
Carlo Tonarelli, pediatra e neonatologo (Genova)
Diego Tomassone, medico nutrizionista (Torino)
Danilo Toneguzzi, psichiatra e psicoterapeuta (Pordenone)
Elena Tonini, psicoterapeuta (Brescia)
Ermatea Trabucco, medico di medicina generale (Salerno)
Anna Truci, medico di medicina generale (Firenze)
Pierluigi Tubia, medico di medicina generale (Venezia)
Giancarlo Usai, infettivologo (Perugia)
Mariateresa Ventrella, pediatra e neuropsichiatra infantile (Bologna)
Giulio Viganò, pediatra (Milano)
Mariarosa Vitali, neuropsichiatra infantile (Genova)
Grazia Vitelli, medico di medicina generale (Bologna)
Bruno Zucca, medico di medicina generale (Brescia)


Allegato 1 - Variazione della copertura vaccinale nazionale secondo Epicentro(http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/copertureMin2014.asp)

Allegato 2 - Soglie percentuali ritenute necessarie per ogni malattia infettiva per ottenere la cosiddetta immunità di gregge (herd immunity) nei Paesi occidentali (http://www.sciencedirect.com/science/book/9781455700905)
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martedì 20 ottobre 2015

Open Space ha censurato il Dottor Montanari esperto di vaccini. Ecco la sua risposta.

macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti



Avvertimenti per chi guarderà Open Space
ULTIMO AGGIORNAMENTO DOMENICA 18 OTTOBRE 2015 23:14 SABATO 17 OTTOBRE 2015 11:43 SCRITTO DA STEFANO MONTANARI


18 ottobre: a fine articolo c'è un P.S scritto dopo aver visto la trasmissione.



Post lunghissimo che nessuno è obbligato a leggere, ma se domenica qualcuno perderà il suo tempo a guardare Open Space su Italia 1 è bene che sappia come sono andate le cose.

Sgombriamo subito il campo da possibili equivoci: è tutta colpa mia.

L’avevo annunciato ieri:

avevo accettato l’invito a partecipare alla trasmissione di Italia 1, e così ieri sera ero a Cologno Monzese negli studi di Mediaset dove era prevista la registrazione con una messa in onda programmata per domani, domenica sera.



Ammetto di aver accettato l’invito di malavoglia e di averlo fatto solo dietro le insistenze di mia moglie. Il fatto che due medici avessero rifiutato di andare, sicuramente per aver fiutato la trappola, e la lettura di un post pubblicato a cura del programma su Internet, un post che definire idiota è fargli un complimento, avrebbero dovuto consigliarmi un venerdì passato a Pesaro al microscopio. Invece…

A costo di essere lungo e di pretendere pazienza da parte di chi mi legge, iniziamo da capo.

Accettato con qualche tentennamento l’invito, parlo telefonicamente due volte per un totale di un’ora e mezza abbondante con le autrici del programma. A loro espongo chiaramente la mia posizione: ciò che io cerco non è nient’altro che avere finalmente chiarezza, una chiarezza negata sia dalle ingenuità dei non vaccinatori a prescindere sia dalle enormità caratteristiche dei vaccinatori ad oltranza, quelli che, o per denaro o per mantenere il loro posticino o per pura credulità sono disposti a dire o, a seconda della posizione, a credere qualunque cosa. Insomma, io non sto né di qua né di là. Il fatto di avere come interlocutore un personaggio, nell’occasione tale professoressa Susanna Esposito vaccinatrice di regime, mi avrebbe offerto la possibilità di avere finalmente risposta alle domande che io pongo da anni alle cosiddette autorità sanitarie senza avere risposta. Vero è che il personaggio Esposito, prima di allora a me ignoto, mi aveva fatto una pessima impressione quando la ascoltai pochi giorni fa nella registrazione di un programma di Radio 24, ma tant’è.

Le autrici mi assicurarono che quanto io chiedevo, cioè semplicemente fare domande per quella sospirata chiarezza, sarebbe stato accettato. Così partì da Cologno Monzese una serie di mail di domande alle quali risposi punto per punto senza pormi all’interno di una fazione. Poi, giovedì spedii la mail che segue e che prego di leggere fino in fondo. (Ormai siete in ballo come lettori). Quella doveva essere la traccia della serata.

“Sui vaccini esiste una quantità immane di stravaganze di cui sono autori i “vaccinisti ad oltranza” e, parimenti, lo sono coloro che accusano i vaccini di tutti i mali del mondo.

Stante la pessima informazione che si fa d’abitudine sia da parte dei media sia da parte dei due schieramenti contrapposti, credo sia opportuno cercare, almeno una volta tanto, un po’ di chiarezza. È proprio per la mancanza di chiarezza che c’è chi rifiuta le vaccinazioni, fenomeno di cui le autorità si lamentano, ma non è mentendo o minacciando che si risolve la questione.

Per questo vorrei che finalmente si toccassero una volta per tutte con onestà alcuni fra i tanti temi possibili il cui trattamento viene regolarmente eluso:
Noi abbiamo analizzato 28 vaccini, qualcuno in un solo esemplare, qualcuno in più esemplari anche a distanza di tempo. Di questi solo il Feligen, l’unico vaccino per uso veterinario analizzato, si è dimostrato non inquinato da micro- e nanoparticelle solide, inorganiche, non biodegradabili e non biocompatibili, vale a dire patogene. Le autorità sanitarie hanno sempre evitato di entrare in argomento ma di questo molti soggetti potenzialmente vaccinabili sono informati e la mancanza di risposta o le risposte assurde giocano a sfavore dei vaccini.
Tutti i bugiardini e, comunque, la buona pratica vaccinale, prevedono che prima di praticare una vaccinazione il medico valuti se il soggetto è già naturalmente immune e se è allergico o sensibile ad uno o più componenti del farmaco. Questo non viene mai fatto sia perché il vaccinatore non dedica il tempo necessario a ciò che sta facendo (spesso si trova a dover vaccinare decine di soggetti sconosciuti in pochi minuti) sia perché i componenti non vengono mai dichiarati per intero sia perché non è quasi mai possibile sapere se il vaccinando (a maggior ragione se è un neonato) è allergico o sensibile a una sostanza. In caso di allergia, basta una quantità minima di sostanza cui si è allergici per scatenare la reazione avversa.
I medici denunciano solo una minima parte degli effetti patologici, passeggeri o cronici che siano, manifestati a seguito di una vaccinazione. In questo modo si ha un’immagine falsata degli effetti reali.
Le informazioni che vengono date al soggetto sono appena parziali. Per esempio, non si dice mai che i vaccini, come tutti i farmaci, non hanno un’efficacia nel 100% dei casi né si dice che, quando la malattia deriva da più cause o il batterio da combattere esiste in ceppi diversi, il vaccino è approntato solo per pochissimi ceppi (spesso uno solo) e, comunque, non per tutte le cause della malattia. Esempi tipici (ma gli esempi sono numerosissimi) sono la meningite e il Papilloma virus. In questo modo s’illude il soggetto di essere immune verso una malattia quando, nella migliore delle ipotesi, cioè quando il farmaco ha funzionato, l’immunità è solo per una frazione dei patogeni oltre a non essere quasi mai duratura. Questa illusione può causare addirittura un aumento dei casi di malattia (esempio tipico fu il tetano) perché i vaccinati non prendono più le precauzioni del caso.
Le vaccinazioni vengono praticate sui neonati quando il sistema immunitario non matura almeno fino ai 2 anni (abbondanti). E si praticano vaccinazioni a vecchi che, per ragioni di età, non riescono ad acquisire immunità da vaccini.
Ai neonati si pratica una vaccinazione esavalente (difterite, epatite B, infezioni da Haemophilus Influenzae tipo b (Hib), pertosse, poliomielite, tetano) lasciata credere obbligatoria, quando la legge non prevede come obbligatorie le vaccinazioni contro Haemophilus Influenzae tipo b (Hib) e pertosse. In termini pratici, non è possibile ricevere una vaccinazione “di legge” e si deve subire forzatamente quella “aumentata”. L’argomento solito è che le due malattie in eccesso saranno combattute dal vaccino e, quindi, questo va a vantaggio del vaccinato, argomento quanto meno curioso sia per legge sia per logica.

Gli argomenti sono molti di più (es. le sperimentazioni fasulle), ma credo che con ciò che vorrei fosse toccato si riempia tranquillamente la trasmissione.”

Mi accorgo ora, rileggendo ciò che ho scritto, che menzionavo l’onestà, Enorme, imperdonabile ingenuità da parte mia.

Comunque sia, arrivo agli studi e mi si assegna un camerino dove incontro di persona le autrici. A una di queste consegno una chiavetta USB contenente delle fotografie al microscopio elettronico di vaccini inquinati e tre grafici non miei ma dell’Office for National Statistics inglese per il tetano e dell’ufficio per le statistiche storiche statunitense per ciò che concerne morbillo e pertosse. Materiale ufficiale, quindi. In questi grafici si vede chiaramente come i vaccini non abbiano avuto influenza nell’andamento relativo all’incidenza delle malattie. Non mi pare ci sia nulla di “anti-vaccino” se qualcuno chiede spiegazione a proposito non di opinioni ma di fatti accertati. Essere informati è un diritto, specie se si tratta di salute.

Nel corso dell’incontro in camerino mi viene letto il copione della trasmissione. Con mia sorpresa non è quanto si era concordato ma sarebbe stata la conduttrice Nadia Toffa a fare le domande sia a me sia alla tale Esposito. Leggendo quel copione si arriva ad un punto particolarmente dolente, vale a dire alla domanda sull’autismo: possono i vaccino indurre la malattia? Io dico, ma siamo lontani da qualunque possibilità di registrazione, che non ho prove mie (che siano mie è importante) per rispondere. Dico solo che, con quello che abbiamo trovato nei vaccini, la cosa risulta se non altro plausibile. Poi, sempre nel corso della conversazione, riferisco di quanto rivelò poco tempo fa Bill Posey, il deputato USA che assistette alla distruzione dei documenti relativi alla relazione tra autismo e vaccini. Anche quel fatto mi pareva degno di un commento da parte della Esposito.

Conclusi i lunghi preliminari, vengo portato nella sala dove sta cominciando, con molto ritardo, molta goffaggine e diversi inghippi tecnici, la registrazione. Protagonista del momento è una signora di Cesena che è stata recentemente colpita da una disgrazia terribile: sua figlia neonata si è ammalata di pertosse, malattia da cui è guarita ma ora la piccina prende il raffreddore con facilità e anche la bronchite. Così la mamma di Cesena promuove una petizione rivolta ai politici competenti (competenti non significa in questo caso conoscitori della materia) con cui chiede che tutti siano vaccinati contro la pertosse per evitare che tragedie del genere tocchino altre famiglie. Certo nessuno può restare insensibile al cospetto di un grido di dolore di quella portata e confesso che un lungo brivido mi ha percorso la schiena quando ho pensato che, vedi mai, verso i quattordici anni la bambina, già provata nella primissima infanzia da una tosse violenta (anch’io a suo tempo ebbi a soffrirne e se sono vivo e non ho un raffreddore da almeno quarant’anni è per miracolo), avrebbe potuto essere colpita dalla presenza di brufoli nel sedere. Capita a quell’età, ma perché non proporre allora una vaccinazione universale contro una patologia tanto agghiacciante?

Ad antipasto del racconto delle sofferenze patite da tutta la famiglia cesenate, la conduttrice si era lanciata in verbosi proclami contro quei delinquenti che non vaccinano i figli, e qui c’è l’altro errore mio: sono restato lì invece di girare il muso della Skoda verso casa. Non che non ci avessi pensato: una conduttrice del genere si presentava come a dir poco faziosa, faziosa e perfettamente incompetente, e le regole del fair play che dovrebbero essere caratteristiche del buon giornalismo erano state abbondantemente rottamate. Questo, almeno, a giudicare da come poi è stato pilotato il resto di una serata già esordita nello squallore intellettuale.

Qui sono partite le domande e le risposte alla professoressa Esposito e a me, con la Esposito che faceva la parte del leone sparando le abituali stravaganze imposte da Big Pharma, quella sorta di Grande Fratello che tiene i fili delle marionette in vario modo compensate per i servigi resi alla causa, cioè al fiume sempre in piena di quattrini che arrivano senza sosta nelle casse di chi sta trasformando il mondo in una miniera senza fondo di malati immaginari.

Inutile dire che le immagini che avevo portato non sono state mostrate e che non ho avuto la possibilità di porre alcuna domanda. Del resto, che cosa avrebbe potuto rispondere una Esposito? Quando mi si è lasciato un attimo per dire che 27 dei 28 vaccini analizzati (sola eccezione il Feligen, unico farmaco veterinario studiato) erano più o meno pesantemente inquinati, l’ineffabile Esposito, ovviamente impreparata e del tutto ignorante di nanopatologia (e palesemente non solo), ha saputo reagire soltanto definendo il nostro laboratorio come “il laboratorietto sotto casa”.

A un insulto di solito si reagisce, ma tutto dipende da chi quell’insulto l’ha lanciato. Un esemplare come la Esposito non merita altra risposta se non la pena infinita che induce. Come spesso accade, ignoranza, presunzione e arroganza sono compagni inseparabili. Lascio da parte l’onestà intellettuale per ovvi motivi. Certo la chiarezza che invocavo non potrà mai arrivare da personaggi simili.

Si continua, e io sono interrotto ad ogni risposta con il culmine toccato quando sia arriva al punto critico dell’autismo. La Esposito nega come da copione qualunque relazione tra la patologia e i vaccini e io non sono nemmeno interpellato. Va da sé che la Esposito, come è avvenuto con regolarità per tutta la serata, si è espressa su un argomento a lei perfettamente sconosciuto per il fatto banale di non aver mai effettuato alcuna ricerca scientifica. Non per questo l’indefinibile professoressa si esime dallo sparare gli assiomi che le hanno ficcato in testa, ma la sceneggiata non può destare sorpresa essendo la prassi in chi non ha la minima intenzione di mettere a rischio la seggioletta nel salottino buono.

Senza che io tedi all’eccesso chi è arrivato fin qui a leggermi, la registrazione arriva alla fine e io, a cose fatte, mi avvicino alla conduttrice dicendole che si è comportata in modo vergognoso. Quella fa la finta tonta e mi chiede il perché, certo reputandomi più scemo di quanto non io non sia di fatto, pensando, in aggiunta, che io non mi sia accorto dell’auricolare che indossava e del fatto che attraverso quello arrivassero “suggerimenti”. Le rispondo e le dico che non mi ha lasciato esporre nemmeno brevissimamente una serie di cose se non altro a correzione delle enormità mitragliate senza pudore alcuno dalla Esposito. Ora chi ha letto Kafka non troverà nulla di nuovo nella domanda a mo’ di risposta della signorina Toffa: perché non l’ho detto quando toccava a me parlare? A che poteva servire far notare che mi s’impediva di parlare per evitare imbarazzi e per passare alla domanda successiva?

A questo punto me ne sono andato dopo aver detto alla ben poco apprezzabile conduttrice di cancellare il mio nome dal suo indirizzario e di non mettere più piede nel mio “laboratorietto sotto casa”, cosa che aveva fatto per un servizio con mia moglie appena la settimana prima.

A buffonata ormai conclusa, stamattina ho letto i commenti di chi aveva visto l’annuncio della mia partecipazione al programma e non ho potuto altro che constatare come qualcuno, molto più accorto di me, avesse già fiutato la squallida trappola che un disgustoso giornalismo di comodo mi avrebbe teso. Vedi come sono prevedibili certe situazioni!

Ora è sabato mattina e non so come le forbici modificheranno ancora la registrazione della farsa che andrà in onda domani. Certo, allo schifo è difficile porre un limite e chi ha esperienza nel settore può sempre affondare di più.

A margine: da giorni non si può accendere la radio o la TV senza sentire qualcuno che (stra)parla di vaccini. Anche poco fa, nel quarto d’ora che impiego ad arrivare in laboratorio, ho sentito ben due persone (Radio RAI 1 e Radio RAI 2) esibirsi sull’argomento. Non commento la levatura degl’interventi per semplici motivi di decenza. Vorrei solo sottolineare come questi sedicenti scienziati non arrivino a capire l’ovvietà: non tutto il pubblico è composto da babbei, da sempliciotti e da sprovveduti. Se è vero, come ho appena sentito, che il 30% dei genitori ha dubbi sui vaccini significa che 3 persone su 10 hanno un cervello pensante e non sono disposte a dare credito gratuito a improbabili scienziati da avanspettacolo o a politici tuttofare che non esitano ad esprimersi con pari incompetenza su qualunque aspetto dello scibile umano. E allora, se si vuole arrivare finalmente a un punto fermo, bisogna piantarla con tutte le menzogne che vengono raccontate e bisogna cominciare a raccogliere dimostrazioni scientifiche. Questo non può certo avvenire mentendo, minacciando, proponendo leggi al di là del bene e del male e mettendo in scena palliate grottesche magari mandando alla ribalta comparse travestite da scienziati da una parte o mamme isteriche dall’altra. È evidente che, fino a che nessuno vorrà fare definitivamente chiarezza e si comporterà da mascalzone senza rendersi conto di quanto controproducente sia la posizione, resteremo sempre impantanati nelle solite domande senza risposta e nel solito stucchevole tifo da curva di stadio. Questo con buona pace della signora Lorenzin, ministra di qualcosa che ignora e mai eletta da nessuno, e di associazioni senza aggettivo come I Bambini delle Fate.



P.S. Ho appena perso tempo a guardare Open Space. Una serie di tagli ha tolto il sapore della serata, pur non riuscendo ad evitare certi passaggi grotteschi. Le enormità sparate dalla professoressa Susanna Esposito sono in gran parte restate, così come il suo tentativo di metterla in gazzarra, espediente rozzo ma efficace per chi, come lei, non ha argomenti. E, del resto, come farebbe ad avere argomenti se non sa nemmeno che cosa c’è nei vaccini che inocula allegramente a chissà quanti ignari soggetti? Sarebbe interessante vedere le reazioni se ogni genitore che porta il figlio alla professoressa le chiedesse ragione della ferraglia che, con probabilità certo diverse da zero, il ragazzino sta per ricevere nel suo organismo. Sarebbe interessante sapere se l’ineffabile professoressa ha idea di quali siano gli effetti di questi frammenti che l’Organizzazione Mondiale della Sanità stessa ha trovato essere cancerogeni di classe 1, cioè cancerogeni certi. Sarebbe pure interessante vedere che cosa farebbe se i genitori le facessero sottoscrivere un impegno a pagare i danni di eventuali effetti non solo indesiderati ma negati a seguito di una vaccinazione. E, ancora, sarebbe istruttivo sapere se la nostra Esposito ha mai letto i lavori di Oberdörster sulle particelle che arrivano al cervello. L’unica cosa che quella è riuscita a bofonchiare è che il nostro è un “laboratorietto sotto casa”. Indubbiamente certi scannatoi sono altra cosa. Ma, laboratorietto o no, su come mai 27 vaccini su 28 fossero pieni di porcherie il nostro luminare ha preferito strillare altre cose e la “giornalista” Toffa non ha nemmeno provato ad incalzarla sul punto cruciale di quello che avrebbe potuto essere un dibattito non su posizioni contrastanti ma su un contributo alla chiarezza. A me, naturalmente, è stata negata la possibilità di insistere e, comunque, tutto si vuole tranne la chiarezza. Altrettanto buffo è stato il momento dedicato all’autismo. Non mi è stato possibile raccontare nemmeno uno degl’incontri che ho avuto con i genitori di figli autistici e di riferire come tutti mi parlassero di reazioni immediatamente a ridosso di una vaccinazione. Né si è potuto parlare di Bill Posey, il deputato americano che ha svelato pubblicamente come siano stati distrutti i documenti che, a suo dire, dimostravano la relazione tra vaccini e autismo. Io non ho esperienza su questo punto, ma se io inietto dei pezzi di metallo a un bambino e questi, sventuratamente, arrivano al cervello come è assolutamente possibile, mi pare del tutto plausibile immaginare che qualcosa di poco simpatico possa accadere. Io ad oggi non ho prove, ma, se mi si offre la possibilità di indagare, forse qualcosa d’interessante potrebbe saltare fuori. Sul perché d’indagare io non abbia possibilità, si chiedano ragguagli alla fondazione I Bambini delle Fate che dovrebbe finanziare proprio questi studi e, invece, fa tutt’altro. Comunque, restando alla farsetta di Italia 1, il parere autorevole sull’autismo l’hanno fornito la professoressa e la casalinga di Cesena. Ambedue si sono trovate d’accordo su un deciso no, confermando quanto sia superfluo fornire prove e confermando la loro armonia scientifica. E, sempre a proposito delle malattie da vaccino, è stato bello che si prendesse per un fatto scontato che la mancata vaccinazione della piccola che ebbe ad ammalarsi di pertosse ora tossisca e abbia il raffreddore a causa proprio della non vaccinazione sua (peraltro non praticabile a poche settimane di età perché anche la follia ha un limite) e del mondo intero, mentre sia negato che un numero decisamente non trascurabile di bambini manifesti gravissimi problemi neurologici poche ore dopo l’avvenuta vaccinazione. Se questo è giornalismo… Ma, soprattutto, se questa è medicina…

Concludendo questo P.S. e lasciando da un canto per pura carità la mamma, nonostante le operazioni cosmetiche su quanto è avvenuto in serata credo si sia potuto apprezzare la faziosità della signorina Toffa e il livello intellettuale e morale della professoressa Susanna Esposito. Ognuno valuti da sé.
FONTE:
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