window.dataLayer = window.dataLayer || []; function gtag(){dataLayer.push(arguments);} gtag('js', new Date()); gtag('config', 'UA-162796588-1'); Vivere in modo biologicamente naturale.: La pianta di 270 milioni di anni fa che ripara i danni da ictus, tratta la demenza e l’Alzheimer rigenerando tutto il cervello
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domenica 29 ottobre 2017

La pianta di 270 milioni di anni fa che ripara i danni da ictus, tratta la demenza e l’Alzheimer rigenerando tutto il cervello

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Traduzione a cura di Vivereinmodonaturale.com

Ginkgo Biloba. L’estratto naturale curativo per demenza, declino cognitivo, Alzheimer, riparare i danni da ictus, acufeni, emicrania, sindrome premestruale, circolazione sanguigna, vitiligine e deficit di attenzione.



Il Ginkgo Biloba (nome botanico Salisburia adiantifolia) è uno degli integratori naturali più venduti al mondograzie agli effettivi benefici curativi che offre. E’ l’estratto naturale delle foglie dell’albero del Ginkgo, una pianta di origine asiatica che risale a 270 milioni di anni fa fino all’era dei dinosauri e considerata un fossile vivente oltre ad essere una delle piante più antiche del mondo.

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Turbe della memoria, sindrome di Ménière, arteriosclerosi, ipertensione, insonnia, insufficienze venose degli arti inferiori, acufeni.
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Un singolo albero di Ginkgo può vivere fino a 1.000 anni anche se un albero presso un tempio taoista in Cina si ritiene abbia circa 10.000 anni. E nel 1945 sei di questi alberi sono stati sopravvissuti a Hiroshima nell’area devastata dall’impatto della bomba atomica. L’albero è stato introdotto in Europa nel 1730 e nella medicina omeopatica lo si può trovare sotto forma di granuli con indicazioni per il trattamento delle tonsilliti e della cefalea.




La storia medicinale del Ginkgo è anch’essa lunga. Antichi testi cinesi riportano l’utilizzo delle foglie già attorno al 2800 a.C. per migliorare la circolazione del sangue e la funzione polmonare. Nella medicina tradizionale cinese veniva usato per curare il cuore e i polmoni, ed in particolare i medici lo utilizzavano per curare l’asma, l’angina pectoris, acufeni e i geloni causati dal freddo. Nella medicina ayurvedica invece veniva associato alla longevità usandolo come ingrediente del “soma”, l’elisir di lunga vita.



Attualmente i numerosi studi attorno a questo albero antichissimo suggeriscono che può trattare 100 diversi disturbi di salute e agire con più di 50 meccanismi fisiologici differenti.



Proprietà del Ginkgo Biloba 




Il Ginkgo Biloba è una delle poche piante al mondo a possedere la proprietà adattogena ovvero quella di ridurre gli effetti dello stress fisico e mentale ed aumentare la resistenza ad esso. Inoltre svolge un’azione antiossidante ed antinfiammatoria grazie ai ginkgolidi in essa contenuti che si sono dimostrati utili per combattere i radicali liberi, ritardare l’invecchiamento e prevenire danni cellulari. 





A livello cerebrale il Ginkgo Biloba è una vera panacea: 


Migliora la memoria 


Favorisce le funzioni cognitive 


Previene il deterioramento mentale 


Ripara i danni cerebrali 








Ma la sua azione non finisce qui perché migliora la micro-circolazione sanguigna, non solo quella che irrora i tessuti cerebrali, ma anche la circolazione periferica. Questa sua azione combinata con gli altri principi attivi presenti lo rendono molto utile per: 


Mani e piedi freddi 


Calvizia 


Emicrania 


Cefalea 


Disfunzione erettile 


Depressione 


Degenerazione maculari e problemi alla retina 


Ipertensione 


Vertigini 


Acufeni 


Stress 


Aterosclerosi 


Infarto 


Cardiopatia ischemica 


Malattia di Raynaud 


Insufficienza vertebrobasilare 


Claudicatio intermittens 




In particolare il ginkolide B (contenuto nel Ginkgo Biloba) previene il danno metabolico causato da ischemia cerebrale e riduce gli infarti causati da occlusione vasale, svolgendo inoltre un’azione protettiva nei confronti di questi disturbi. Inoltre il ginkolide B contrasta i processi di aggregazione piastrinica, formazione del trombo e reazioni infiammatorie (iperattività bronchiale). 



18 Benefici scientificamente dimostrati del Ginkgo Biloba 



1. Disfunzione cognitiva, demenza, Alzheimer e rigenerazione cerebrale. Questa è la proprietà secondo me più potente del Ginkgo Biloba. Uno studio del 2006 pubblicato sul European Journal of Neurology ha concluso che il Ginkgo Biloba è efficace quanto il farmaco donepezil per trattare i disturbi dell’Alzheimer con il vantaggio che non ha gli effetti collaterali del farmaco. E non solo previene ma è anche in grado svolgere delle proprietà rigenerative cerebrali stimolando il fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF), una proteina presente nel cervello e nel sistema nervoso periferico che è essenziale nella regolazione, la crescita e la sopravvivenza delle cellule cerebrali e che è particolarmente importante per la memoria a lungo termine. Inoltre solo di recente è stato scoperto un nuovo meccanismo di guarigione a livello cerebrale del Ginkgo Biloba ed è quello che la rende unica rispetto a tutti gli altri rimedi naturali per il cervello. Infatti i ricercatori hanno pubblicato uno studio sulla rivista Cell and Molecular Neurobiology in cui mostrano come questa pianta sia in grado di modulare positivamente le cellule staminali neurali (NSC), una sottopopolazione di cellule all’interno del cervello che come cellule multipotenti sono in grado di generare molti tipi differenti (fenotipi) di cellule che compongono il cervello. Infatti è stato scoperto che il Ginkgo Biloba stimola la proliferazione delle cellule staminali neuronali e ne favorisce la differenziazione il che significa idealmente rigenerare completamente il cervello. In una meta-analisi i ricercatori tedeschi hanno esaminato nove studi che hanno dimostra come i pazienti affetti da demenza e Alzheimer che usavano l’estratto di Ginkgo Biloba avevano una migliorare cognizione mentale con effetti positivi sulla qualità della vita. Un’altra meta-analisi pubblicata nel Journal of Alzheimer’s Disease ha mostrato che una dose giornaliera di 240 mg di Ginkgo Biloba è efficace per stabilizzare o rallentare il declino cognitivo nei pazienti con malattia di Alzheimer, demenza e lieve compromissione cognitiva. 


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